Il nostro Blog

 

Colesterolo e formaggio, sfatiamo un luogo comune

3 maggio 2021

 

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Iniziamo col dire che il nostro corpo produce circa il 70/80% del colesterolo totale. E che Il colesterolo totale nel sangue dovrebbe essere inferiore a 200 mg/dl; valori compresi tra 200 e 250 mg/dl vengono considerati al limite, mentre livelli superiori a 250 mg/dl sono ritenuti elevati.

Il colesterolo è una sostanza presente in tutto l'organismo e necessaria per la vita perché svolge importanti funzioni tra cui la sintesi della Vitamina D. Inoltre se riduciamo drasticamente l'apporto di colesterolo con la dieta, succede che il nostro organismo ne produca in maggior quantità per compensare.

Il contenuto in colesterolo dei formaggi

varia tra i 60 - 100 milligrammi (mg) per 100 grammi di parte edibile (g), un quantità che potrebbe sembrare importante ma in realtà non è eccessiva dato che le carni ne contengono quantità più o meno uguali.

Inoltre non tutti i formaggi hanno lo stesso contenuto di colesterolo. La presenza di grassi saturi nei formaggi dipende dalla lavorazione, dal livello di scrematura e dall'animale di provenienza del latte.

1. lavorazione: i formaggi stagionati contengono quantità di grassi superiore ai formaggi freschi o latticini. Quindi per chi ha problemi di ipercolesterolemia è preferibile orientarsi su formaggi freschi come ad esempio la mozzarella.

2. la scrematura del latte viene effettuata per produrre formaggi leggeri e quindi con meno grassi saturi

3. fondamentale è la qualità del latte che dipende dall'alimentazione degli animali. Numerose ricerche hanno dimostrato che la qualità del latte di mucche alimentate a foraggio fresco e in minor percentuale a mangime come cereali e soia, produce un latte più equilibrato in termini di grassi e qualitativamente superiore.

In definitiva l'aumento del colesterolo dipende solo in piccola parte dall'alimentazione.

Possiamo sintetizzare dicendo che sono tre le cause responsabili all'aumento del colesterolo

1. predisposizione genetica

2. uno stile di vita sedentario

3. alimentazione ricca di grassi di scarsa qualità (tipo quelli idrogenati), di zuccheri semplici e di cereali raffinati

Nel primo caso non possiamo farci nulla ma nel secondo e nel terzo, impegnandoci, possiamo farcela.

Alcuni consigli, dunque, per prevenire il colesterolo senza dover rinunciare al formaggio che ci piace così tanto:

1. Scegliere formaggi prodotti con latte di mucche alimentate prevalentemente con foraggio fresco

2. Uno stile di vita sano con regolare attività fisica

3. Aumentare l'apporto di fibre vegetali che riducono l'assorbimento dei grassi

4. cucinare senza grassi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si riparte con le consegne a domicilio...

 

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Vogliamo venirvi incontro vista l'impossibilità a spostarsi per molti di voi. Ecco come ci siamo organizzati:

  • Per il momento consegneremo tutti i mercoledì pomeriggio

  • È sufficiente una telefonata o un WhatsApp al numero +39 339 3278420

  • Nessun costo di consegna ma solo il limite di almeno 20,00 euro di spesa

  • Consegne solo nei comuni limitrofi di Maserà e in ogni caso entro 20/25 km

  • Per chi invece può passare al nostro punto vendita e non vuole aspettare, può ordinare la spesa e venire a ritirarla negli orari del negozio

  • Chiamateci per tempo e mercoledì avrete la spesa direttamente a casa!

 

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Come il Covid ha cambiato l'alimentazione e la spesa

 

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28 dicembre 2020

Durante la pandemia è aumentata di circa il 10% la percentuale degli italiani interessati alla qualità e alla provenienza dei prodotti alimentari. In particolar modo la provenienza geografica sembrerebbe la discriminante nella scelta del cibo. Le abitudini a tavola, invece, non sono cambiate più di tanto ma, a quanto pare, è aumentato il bisogno di informarci su ciò che portiamo sulle nostre tavole.


L’attenzione al portafoglio rimane sempre una variabile importante per l'acquisto dei prodotti da portare in tavola. Ci sono però anche altri elementi come, appunto, la provenienza geografica e la genuinità degli alimenti. Il 65% dichiara di essere influenzato dal costo dei prodotti e dalle promozioni. Il 64% è la variabile per quanto riguarda la provenienza. Il 57% della popolazione seleziona i prodotti per la tavola valutandone il sapore. Nelle settimane delle misure di contenimento del Covid, gli italiani hanno prestato più tempo e attenzione facendo la spesa: hanno cambiato le abitudini e non hanno considerato più di tanto la marca.

Resta molto elevata la percezione dei rischi legati alla sicurezza dei prodotti agroalimentari: l’85% degli intervistati esprime preoccupazioni sui criteri odierni di coltivazione e allevamento degli animali.

Le piccole realtà presenti sul territorio, a filiera cortissima come la nostra che parte da un piccolo allevamento di mucche nutrite con foraggio di propria produzione, sono senz'altro una garanzia di genuinità. Il contatto diretto con il produttore e la possibilità di vedere e toccare con mano tutto il processo produttivo, invece, sono un garanzia di qualità

 

 

 

Comprare dal produttore al consumatore conviene a noi e all'ambiente

25 settembre

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Perché la scelta di comprare direttamente dal produttore risulta vincente e quali sono i suoi vantaggi?

Acquistando i prodotti direttamente dal produttore si azzera il processo della filiera produttiva. E questo cosa significa?

Significa che i prodotti sono diversi, se non migliori, rispetto a quelli della filiera lunga della grande distribuzione:

  • freschezza

  • stagionalità

  • tipicità del territorio e assenza di costi aggiuntivi

  • garanzia della qualità e di provenienza

  • riscoperta dei sapori antichi attraverso la possibilità di visitare personalmente le aziende e di avere un filo diretto con il produttore.

Inoltre, si abbattono inquinamento e sprechi, riducendo l’utilizzo dei carburanti (e le conseguenti emissioni di CO2 nell’atmosfera), imballaggi e costi. Senza intermediari, infatti, vengono meno anche le spese di spedizione e trasporto e si favorisce l’ecosostenibilità.

C'è un’attenzione diversa, quindi, verso il consumatore finale rispetto a quella che, inevitabilmente, può offrire la grande distribuzione, con i suoi prodotti che prima di arrivare sulle nostre tavole percorrono in media 1.900 chilometri.

 

 

Perché il consumo dei formaggi stagionati è in crescita?

6 agosto 2020

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Oggi vi parliamo dei formaggi stagionati come il nostro Vecchio. I consumi dei formaggi stagionati da tavola e da grattugia sono in crescita costante perché sono considerati di elevata naturalità e qualità, oltre che pratici da consumare. Prima di tutto, al pari della carne, del pesce e delle uova, hanno le proteine nobili, cioè complete di tutti e 9 gli amminoacidi essenziali che l'organismo non è in grado di sintetizzare e necessariamente devono essere introdotti attraverso l'alimentazione e rispetto al pesce e la carne ne contengono di più. Sono inoltre ricchi di vitamine, vediamo quali:

Vitamina A per la pelle e gli occhi

Vitamina D per le articolazioni

Vitamina E per l'invecchiamento cellulare

I formaggi stagionati apportano, inoltre, tanti minerali come il calcio e il fosforo, utili per il benessere delle nostre ossa, muscoli e sistema nervoso. Infine sono un'ottima fonte di energia immediata per chi pratica sport.

Ricordatevi che tutti i formaggi stagionati hanno un importante apporto calorico: tra le 350 e le 450 calorie ogni 100 grammi ma basta far attenzione alle dosi per poter beneficiare delle loro virtù nutrizionali.

 

Formaggi freschi o stagionati?

20 luglio 2020

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Ci verrebbe da dire: "Dipende dai gusti di ognuno di noi". Però ci sono alcune sostanziali differenze che è importante conoscere nella scelta degli uni o degli altri.

Cerchiamo di capire cosa significa stagionatura

La stagionatura consiste nella degenerazione delle proteine e del grasso presenti nel latte. Per questa ragione i formaggi stagionati sono più digeribili: contengono cioè meno lattosio

Le principali differenze tra formaggi stagionati e freschi
I formaggi freschi hanno un periodo di maturazione inferiore ai 30 giorni. Quelli a stagionatura media da tre - sei mesi e un anno. I formaggi stagionati (duri) hanno una stagionatura superiore ai dodici mesi. I formaggi stagionati presentano un contenuto di grassi pari al 42 per cento del loro peso totale. Quelli semi-stagionati hanno un contenuto di grassi che va dal 35 al 42 per cento, come per esempio il nostro Ai Prà. I formaggi freschi hanno un contenuto di grassi che va dal 20 al 35 per cento.

Le principali proprietà dei formaggi, sia freschi che stagionati, è l' elevato contenuto di calcio così come quello di fosforo e di sali minerali in generale. Per chi fa sport il contenuto energetico è fondamentale.

In conclusione:

I formaggi freschi sono più leggeri, hanno meno contenuto di grassi. Per chi è attento alla dieta è un dato da tener presente. Così come chi soffre di ipertensione perché hanno meno sale di quelli stagionati.

I formaggi stagionati sono più digeribili, contengono più proteine, più calcio, aminoacidi essenziali utili per la costruzione dei muscoli e sono più ricchi di vitamine e sali minerali. Quindi consigliati a chi pratica attività sportiva e ai bambini. Attenzione che rispetto a quelli freschi hanno molto più colesterolo. La quantità di lattosio scende praticamente a zero nei formaggi stagionati, cosa che li rende adatti anche a chi è intollerante a questo tipo di zucchero.

 

 

 

 

Latte e latticini fanno bene o fanno male? Un dibattito sempre attuale

2 luglio 2020

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Quante volte ci siamo posti la domanda se il latte fa bene o fa male? E Quante volte abbiamo cercato di capirne di più ma abbiamo sempre trovato risposte contraddittorie o di parte?

Proviamo a uscire per un attimo da questo dibattito nero (fa male) bianco (fa bene) e cerchiamo di analizzare la questione con la nostra testa e con l'esperienza che ognuno di noi ha e magari guardando anche la storia dei nostri genitori o nonni.

Il latte da sempre fin da quando eravamo bambini è stato un alimento fondamentale della nostra dieta. Mia mamma ha 93 anni e ha sempre bevuto il latte, continua a farlo ed è in ottima salute. Cosa è cambiato allora in questi ultimi decenni tanto da criminalizzare il latte al tal punto da ritenerlo addirittura responsabile dell'aumento dei rischi del cancro?

Per fare chiarezza abbiamo consultato il sito della AIRC (Associazione Italiana Ricerca sul Cancro) che è senz'altro una fonte attendibile in quanto a scientificità e alle numerose ricerche fatte a tal riguardo. La conclusione è questa:

"Nonostante molti punti siano ancora da chiarire, i dati disponibili non fanno pensare a un’associazione tra consumo di latte e derivati e aumento del rischio di tumore. Per quanto riguarda il tumore del colon-retto, sembra addirittura che sia vero il contrario, e che questi alimenti possano avere un effetto protettivo. Che fare allora? Le linee guida per una sana alimentazione italiana del Consiglio per la ricerca in agricoltura (CREA) appena aggiornate e l’analisi dell’economia agraria e la società italiana di nutrizione umana raccomandano 3 porzioni giornaliere di latte o yogurt (una porzione corrisponde a 125 ml di latte o 125 g di yogurt), alle quali si dovrebbero aggiungere da 2 a 3 porzioni a settimana di formaggio fresco (100 g ciascuna) o stagionato (50 g)".

Infine l'altro aspetto molto dibattuto riguarda la provenienza del latte. Come ben sappiamo sono molti i produttori di marchi blasonati di formaggi a usare latte straniero. Esiste una lista di queste aziende all'interno del Ministero della Salute.

Ma quali sono i rischi per la salute derivanti dall’importazione di latte dall’estero? La presenza non dichiarata di prodotti stranieri nei supermercati italiani può significare difficoltà a tracciare eventuali situazioni rischiose per i consumatori come è già accaduto in passato con la contaminazione da Listeria Monocytogenes.

È opportuno dunque verificare sempre prima dell'acquisto che i formaggi siano prodotti con latte italiano e meglio ancora se a Km zero o a filiera corta.

 

 

 

 

Il nostro piccolo allevamento di mucche è ciò che ci contraddistingue nella produzione del formaggio

 10 giugno 2020

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Non sono molti i caseifici che producono la materia prima dei propri formaggi: Il latte.

Per noi è sempre stato uno dei principi fondamentali sul quale si è basata fin dall'inizio la nostra produzione: il controllo di tutta la filiera, dall'amorevole cura delle nostre mucche nutrite in maniera sana e naturale, alla produzione di un latte di ottima qualità ricco di vitamine e proteine, fino alla trasformazione in formaggi secondo l'antica tradizione casearia.

Il tema della provenienza del latte è molto dibattuto in questi ultimi tempi perché, come ben sappiamo, sono molti i produttori di marchi blasonati di formaggi a usare latte straniero.

Ma quali sono i rischi per la salute derivanti dall’importazione di latte dall’estero? La presenza non dichiarata di prodotti stranieri nei supermercati italiani può significare difficoltà a tracciare eventuali situazioni rischiose per i consumatori come è già accaduto in passato con la contaminazione da Listeria Monocytogenes (è una tossinfezione alimentare che prende il nome dal batterio che ne è la ragione. Questo batterio si trova tipicamente nella terra e nell’acqua e può quindi facilmente contaminare ortaggi e verdure. Molti animali possono venire infettati dal batterio senza avere sintomi evidenti).

È opportuno dunque verificare sempre prima dell'acquisto che i formaggi siano prodotti con latte italiano e meglio ancora se a Km Zero o a filiera corta.

 

 

 

A grande richiesta, le consegne a domicilio rimarranno un servizio continuativo e senza spese aggiuntive!

 10 maggio 2020

delivery praNel periodo del Lockdown le nostre consegne a domicilio sono state frenetiche e ci hanno aiutato moltissimo nel contenere le difficoltà economiche del momento. Ora che abbiamo aperto il nostro punto vendita e siamo presenti ai mercati, abbiamo deciso ugualmente di mantenere il servizio di consegne a domicilio.

Perché?

Semplicemente perché molti di voi lo hanno apprezzato e ce lo hanno chiesto.

I motivi di questa richiesta?

Queste sono le motivazioni: “Ci avete abituato bene”, “Ho difficoltà a spostarmi per venire da voi”, “Mi piacciono molto i vostri prodotti ma per motivi di tempo preferisco comprare tutto al supermercato a meno che non veniate voi”, “Ho ancora paura a muovermi per via del Covid19”…

E c'è anche una novità!

Non solo manteniamo il servizio di consegne a domicilio ma abbiamo anche creato un punto di consegna a Padova in zona Madonna Pellegrina, nel piazzale antistante la farmacia Ciato, il giovedì alle ore 20.00.

Come fare per ritirare al punto consegna di Padova?

Chiamateci o mandateci un WhatsApp al numero 339 3278420 per ordinare la vostra spesa e noi ve la porteremo nel giorno e nell'orario stabilito.

E invece per le consegne a domicilio quali sono i territori serviti?

Maserà, Albignasego, Casalserugo, Due Carrare, Cartura, Bovolenta, Conselve, Terrassa Padovana, Polverara, Battaglia Terme, Abano Terme, Montegrotto, Pernumia e San Pietro Viminario.

Qual è il costo minimo della spesa per accedere al servizio?

Abbiamo deciso di non far pagare ai nostri clienti nessuna spesa aggiuntiva, e per questa ragione abbiamo indicato un importo minimo di spesa di 25,00 euro per poter coprire tutti i costi del servizio.

 

 

 

Riscopriamo i prodotti del nostro territorio: Comprare locale, comprare a Km 0 vuol dire anche mangiare sano. 

 10 aprile 2020

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Comprare a Km 0 in questo momento storico è un'alternativa etica ai supermercati presi d'assalto. Si sta diffondendo, inoltre, una maggiore consapevolezza sul
l’importanza di un’alimentazione sana e genuina per rafforzare il sistema immunitario. C'è poi un altro aspetto non secondario: la solidarietà per le categorie più in difficoltà come i piccoli produttori, gli artigiani, gli agricoltori che utilizzano metodi di coltivazione naturale. Molti di questi si sono organizzati per portare la spesa a casa fresca di giornata, genuina e ricca di nutrienti.

È importante utilizzare bene questo tempo che abbiamo a disposizione per riflettere e pianificare al meglio i nostri acquisti comprando solo ciò che ci serve ed evitando, in questo modo, di contribuire a riempire i cassonetti di cibo avanzato o andato a male: sono stati stimati 15 miliardi di euro all'anno di cibo buttato nella spazzatura...con notevoli danni all'ambiente oltre che etici ed economici.

Il motivo per cui spesso ci si reca al supermercato per fare la spesa è la mancanza di tempo: lì si trova tutto!

Ora abbiamo il tempo per iniziare a dare più valore a ciò che mangiamo uscendo da una filiera di prodotti spazzatura, di sfruttamento e di bisogni strumentalizzati.

È arrivato il momento d'iniziare un percorso di solidarietà, di gruppi d'acquisto solidale, di prodotti senza inutili e dannosi imballaggi. Rivolgiamoci ai piccoli produttori locali a filiera corta, anzi cortissima!

Il tempo di un consumo etico e consapevole che ci porta a mettere dentro al piatto cibo sano. Cibo che contribuisce anche a non sfruttare la nostra terra in maniera indiscriminata e avvelenare altri esseri viventi.

 


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